Matteo Vitali (IT-Change) si racconta…

 In Equity Crowdfunding, Interviste, Marketing

A due settimane dal lancio di #INVESTIDY, eccoci pronti a lanciare la rubrica che ci accompagnerà da oggi, ogni giovedì nei prossimi mesi, e dove andremo a conoscere meglio i membri del team di IT-Change e come questa società sia potuta arrivare a compiere quello che ha realizzato finora.

Iniziamo con Matteo Vitali, persona di riferimento all’interno del team, nonché CEO di IT-Change.

Matteo Vitali è uno dei soci fondatori di IT-Change S.r.l., vive tra Bergamo e Genova. Ma il pensiero è sempre con la famiglia, in Sardegna.

  • Raccontaci un po’ di te…

Quando ero piccolo osservavo i miei genitori intenti nei loro lavori mentre “costruivano qualcosa” (mia madre è sarta e mio padre carpentiere meccanico), e questo concetto è rimasto vivo in me, solo che l’ho applicato in un altro settore: quello informatico.

Ho frequentato l’istituto tecnico Cesare Pesenti a Bergamo, che mi ha dato modo di esplorare il mondo dell’elettronica e di mischiarlo con la mia passione per informatica e la programmazione. In quinta superiore ho realizzato insieme ad altri 2 compagni di scuola un plotter meccanico che simulava la navigazione dentro una casa realizzando un “baule” di circuiti stampati inventati da noi ed ho realizzato il mio primo software con una applicazione pratica, e da lì, che ho cominciato a fare le mie prime nottate 😉 tipiche del mondo IT.

  • Quando hai capito che ICT era la tua strada?

Tutto è iniziato quando ho visto il mitico SPECTRUM (microcomputer di produzione inglese degli anni ’80) a casa di un mio cugino, ma l’amore definitivo è nato con il C64 (Commodore 64, computer statunitense commercializzato in Italia dal 1983) regalatomi a natale.

Ripensandoci ora, ricordo di aver riportato nell’immediato un abbassamento delle performance scolastiche 😉 , ma nel lungo periodo ha garantito la carriera professionale 😉 .

  • Ma non solo studio ed informatica, giusto?

Esatto, la pallacanestro mi ha fatto capire che senza allenamento e sacrificio non si raggiunge nulla e anche la panchina in attesa di giocare è una grande maestra.

  • Possiamo definirti come “il commerciale” di IT-Change?

Sicuramente sono la persona che è esposta verso “l’esterno” dell’azienda e quello su cui pesa la responsabilità delle scelte di business, ma la cosa importante è l’equilibrio tra idee funzionali e le fattibilità tecniche che sviluppa Michele.

  • Il tuo primo vero lavoro è stato…

In una carpenteria metalmeccanica a Zanica (provincia di Bergamo), programmavo il pantagrafo per il taglio di lamiere di ferro. Un esperienza incredibile da punto di vista umano perché ho avuto la fortuna di incontrare persone sempre disposte a farti imparare (anche se in modo “ruvido”)

Ogni fallimento è una soluzione in meno da provare prima del successo.

  • Come hai conosciuto Michele?

La prima volta  che l’ho incontrato, nel 2000, eravamo fuori da un casello dell’autostrada mentre aspettavamo il nostro capo (lavoravamo per la stessa azienda, ma non ci conoscevamo ancora) per un colloquio presso un cliente. Successivamente ci siamo ritrovati in una società che operava nel mercato Energy, era il 2005, e abbiamo cominciato a lavorare insieme sul alcuni progetti e poi nel 2008 ho chiesto a Michele di lavorare insieme sull’idea di IT-TIDY.

  • Da dove è nata l’idea di IT-Change?

Dalla necessità di risolvere sempre lo stesso problema che si presentava in forme diverse sui vari progetti di integrazione dati, dalla caparbietà di credere che si potesse “cambiare” le soluzioni proposte dal dipartimento IT al Business e dalla volontà di avere una nuova dimensione lavorativa in equilibrio con la vita privata.

  • Dicci un tuo successo e un tuo insuccesso

Beh, sicuramente IT-Change è una bella soddisfazione dato anche le sfide e le complessità di essere sul mercato dal 2012, cmq ad essere sincero quel “baule” delle scuole superiori rimane un forte “motivatore” per sapere di potercela fare 😉 .

Di insuccessi ne ho collezionati tanti, ma credo che ogni fallimento sia una soluzione in meno da provare prima di trovare quella giusta. Prima di camminare si impara a cadere.

  • Sogni nel cassetto?

Crearmi un ecosistema vita-lavoro alternativo che mi permetta di passare del tempo con la mia famiglia e con mia figlia Daria, il mio vero CEO! 😀

  • Descriviti in tre parole

Never give up!

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