Come immaginiamo il futuro dell’informazione

 In Analisi, Crowdfunding

Vi proponiamo oggi la risposta di Vox Pop all’articolo realizzato circa un mese fa da noi, sulla base del report di ValigaBlu.it nell’agosto 2015.

Nell’articolo, che poneva l’accento su come l’informazione tradizionale sia sempre più lontana da come i cittadini vorrebbero che fosse, era emerso chiaramente che le persone desidererebbero una notizia libero da influenze politiche e sempre più rivolta all’approfondimento dei fatti; dove tra le tipologie di notizie i video erano nelle ultime posizioni.

Leggi qui l’articolo completo.

Di seguito il punto di vista di Davide Mancini, co-founder di Media Vox Pop e giornalista professionista, attualmente impegnato a sviluppare il business della propria società presso VICE Media.

Oggi la fiducia nei mezzi di comunicazione tradizionali sta toccando i minimi storici. Questo non succede solo in Italia, ma in tutto il mondo. C’è sempre più un’espressione scettica alla ricezione delle notizie, che siano lette viste o ascoltate.

Per questo la ricerca riportata da ValigiaBlu.it che mostra la relazione tra le persone ed i media non è affatto sconvolgente. Per capirne il motivo dobbiamo ritornare a ciò che dovrebbe essere funzione nobile del giornalismo: garantire la democrazia.

Ho sempre visto l’informazione ed il giornalismo come il canale di comunicazione tra chi governa (politicamente ed economicamente) e la società civile, ovvero chi vive quotidianamente gli effetti di chi governa. Per questo credo che le persone s’aspettino maggior approfondimento invece che notizie rapide e superficiali, maggiori dettagli e punti di vista che possano portare ad un’opinione più bilanciata ed oggettiva.

Una difficile, se non impossibile, missione del giornalista è proprio questa: riportare la realtà con la massima oggettività. Questo significa una buona dose di responsabilità, consapevolezza e indipendenza dai centri di potere, cosa purtroppo non sempre facile, soprattutto nel momento in cui i cittadini smettono di pagare per le informazioni che ricevono. Se nessuno paga più i giornali e quindi i giornalisti, chi li paga allora? E’ chiaro che il sistema pubblicitario è ad oggi la principale fonte di sostentamento dei canali informativi, ma dietro le pubblicità ci sono interessi privati che incidono sempre più sulle decisioni editoriali.

Nell’attuale situazione è quindi comprensibile che le persone, specialmente le nuove generazioni, si stiano pian piano svincolando da un giornalismo con un approccio unilaterale e sempre più dipendente da interessi privati e politici. Le alternative ci sono, e sono le informazioni create spontaneamente dalle persone e messe in rete. Ma siamo davvero tutti giornalisti? Siamo davvero tutti in grado di creare informazione ed esporla in una maniera oggettiva e comprensibile per tutti? Forse qualcuno si, ma vedo difficile che, senza alcun tipo di organizzazione e cura del materiale generato online, i social networks possano rimpiazzare totalmente la categoria dei giornalisti.

Il mondo della comunicazione ormai è cambiato: internet, social networks e videocamere di alta qualità sono nelle tasche di tutti, una cosa impensabile 20 anni fa. Si presentano oggi enormi possibilità per tutti i comunicatori (giornalisti e non) e le scelte che si prendono oggi sono decisive per la presente e futura società civile digitale. Questa è la visione alla base di Vox Pop: aiutare il mondo dell’informazione ed i giornalisti ad adattarsi alle nuove logiche e possibilità tecnologiche, e garantire alla società civile la possibilità di partecipare alla produzione di informazione, come testimone della realtà e come massa critica. In questo modo i cittadini saranno informati da altri cittadini, il tutto ordinato ed amplificato dai mezzi d’informazione digitale.

Spesso ci viene chiesto “ma perché la gente dovrebbe farsi un video e mandarlo ai giornali?”. Domanda alla quale vorrei rispondere “ma perché la gente dovrebbe andare a votare?”, le elezioni in fondo non sono altro che un canale di comunicazione, molto limitato, in cui ogni cittadino ha la possibilità di scegliere tra diversi candidati, o, in un referendum, comunicare il proprio consenso o dissenso (SI/NO) riguardo una proposta da parte di chi governa. Perché non invece esprimersi, in maniera costruttiva e qualitativa, riguardo ai temi che ci coinvolgono maggiormente?

Internet e la rete sono un’infrastruttura dalle enormi capacità, ma la community dei mezzi d’informazione e la loro autorevolezza rimangono tutt’ora un canale di comunicazione tra i cittadini ed i governanti. Il futuro dell’informazione verrà definito in questo spazio d’interazione, disegnando strutture informatiche ed algoritmi che tengano conto sia dell’etica dell’informazione che di modelli di business sostenibili per i giornalisti ed editori digitali, ed applicabili in tutto il cosiddetto connected world.

Articolo scritto da Davide MANCINI

Segui Davide su twitter: @davidewop

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