Le imprese finanziate su Crowdcube hanno un rendimento dell’8,8%
L’equity crowdfunding ha iniziato a diffondersi in Europa solo negli ultimi anni ed uno dei paesi in cui ha avuto un grande impatto è il Regno Unito. Quindi non c’è da stupirsi se è proprio questo Paese ad essere utilizzato per le ricerche e valutazioni empiriche e non sullo strumento.
Oggi vogliamo proporvi un lavoro svolto di cui è co-autore un docente dell’Università degli Studi di Bergamo, il prof. Silvio Vismara, che in questi anni si è spesso dedicato allo studio dell’equity crowdfunding. Il prof. Vismara è un amico di WeAreStarting, che ha già dimostrato con diversi lavori particolare attenzione al tema. L’altro autore è Andrea Signori, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Il loro paper si intitola “Returns on Investments in Equity Crowdfunding”.
“Obiettivo ed ipotesi”
L’articolo si focalizza sugli investitori e valuta cosa potrebbe portare nuovi supporter ad avvicinarsi allo strumento; tra l’atro, il lavoro cerca di inquadrare l’equity crowdfunding nella prospettiva di un futuro investitore, basandosi sui dati di mercato della più importante piattaforma inglese: CrowdCube.
L’ambizioso obiettivo dello studio in esame è quello di valutare il rendimento annualizato medio degli investitori.
Ma cosa è il rendimento medio annualizzato?
Il rendimento totale annualizzato è la quantità media di denaro guadagnato da un investimento ogni anno, nel corso di un dato periodo di tempo. Un rendimento totale annualizzato fornisce solo un’istantanea della performance di un investimento e non dà alcuna indicazione sua volatilità dell’investimento. Per questo motivo il rendimento totale annualizzato si limita a fornire una media geometrica, piuttosto che una media aritmetica dell’investimento.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che motivazioni non finanziarie e l’eventuale presenza di ricompense fisiche ed esperienziali non svolgono un ruolo significativo nell’equity crowdfunding.
Inoltre, in assenza di un mercato secondario, che stenta a concretizzarsi per via dell’elevato rischio e della piccola dimensione delle imprese coinvolte, i backers hanno l’opportunità di realizzare rendimenti, o valutare i potenziali ritorni (prima di effettuare l’investimento), sui loro investimenti solo in presenza di operazioni straordinarie successive alla campagna di equity crowdfunding.
Lo studio si è focalizzato sulle 212 realtà che hanno chiuso con successo una campagna di equity crowdfunding sulla crowdcube dal 2011 al 2015.
Le società sono state monitorate fino alla fine del marzo 2016 e successivamente classificate come (1) fallite, (2) attive, e (3) SEOs (Seasoned Equity Offerings); quest’ultima categoria vede inoltre le aziende distinguersi tra (a) offerte pubbliche, se l’azienda ha lanciato una nuova offerta di crowdfunding, (b) offerte private, se la società ha ricevuto finanziamenti da venture capitalist o business angels, e (c) M&A (Mergers & Acquisitions).
Viene valutato che le imprese considerate si trovino, dopo aver raccolto con successo capitale sulla piattaforma, di fronte a tre diversi scenari:
- L’azienda fallisce, gli investitori perdono il loro intero ammontare di denaro. In questo casso ha la perdita totale dell’investimento e viene considerato un ritorno del -100%.
- La società è ancora attiva,ma non è stato coinvolta in nessun altra tipologia di rivalutazione, gli investitori non sono in grado di valutare il ritorno, perché non c’è stata ancora una rivalutazione della società. In questo caso, abbiamo impostato un rendimento pari a 0.
- La società ha effettuato una exit strategy, il ritorno dell’investimento può essere quantificato confrontando la valutazione del società dell’offerta iniziale con quella implicita dalla successiva transazione. In questi casi, si calcola il tasso interno di rendimento (IRR).
Sulla base di ciò, viene calcolato il rendimento medio annualizzato per gli investitori ponderando i rendimenti associati a ciascuno scenario alla corrispondente probabilità di accadimento. Ponderando i rendimenti associati a ciascun scenario dalla corrispondente probabilità di accadimento, si trova che il rendimento atteso degli investimenti in offerte iniziali di crowdfunding di capitale è pari a 8,8%.
Per queste raccolte di successo si evidenzia che il target medio è di circa £ 200.000, con una media del 14,8% del capitale offerto al pubblico. Ciò significa che la valutazione media iniziale di aziende che raccolgono con successo su Crowdcube è di circa 1,3 milioni di sterline. Da ciò si evince che, la capitalizzazione complessiva di questa popolazione di imprese è quindi pari a £ 283.500.000, che con un rendimento medio del 8,8% implica una creazione di valore annuo di £ 25.000.000.
Inoltre, è importante evidenziare che il rendimento medio guadagnato da un investitore che aderisce ad una campagna di equity crowdfunding che successivamente raccoglie ulteriori capitali in SEO è di 63,5%.
Scendendo nello specifico ed analizzando il sottocampione si vede che per le 47 aziende che dopo aver completato con successo un’offerta iniziale raccolgono dell’equity supplementare sulla stessa piattaforma il rendimento è di 69,1%, nel campione di 22 aziende che ricevono offerte private da venture capitali o business angels il ritorno di questi investimenti è di 61,2%, mentre per le 3 società oggetto di M&A il rendimento medio è del 48,8%. Una quota significativa di società che ha effettuato una campagna di equity crowdfunding ha raccolto ulteriori fondi a valutazioni più elevate. Anche se questo non assicura un ritorno monetario per gli investitori di crowdfunding individua un’ottima prospettiva di ritorno.
In considerazione di ciò, riteniamo che i soggetti che investono mediante crowdfunding potrebbe guadagnare fino al 371% se fossero in grado di scegliere la migliore offerta. Al contrario, scegliendo la società sbagliata, si trovano con una probabilità del 10% circa di perdere tutti i soldi investiti, salvando solo gli effetti dei benefici fiscali, che non sono stati presi in considerazione nei calcoli.