InterVesta in salotto con… Alessia Mentella
Raccontaci un po’ di te…
36 anni, ingegnere, con studi classici alle spalle; un mix di ratio ed istinto che mi pongono costantemente a metà tra i concetti di apollineo e dionisiaco.
Curiosa ed aperta per indole; stimolata ed abituata, fin da ragazzina, a guardare oltre la linea segnata dell’orizzonte, ad essere autonoma e ad accogliere le novità come opportunità.
Titolare, da oltre 5 anni, di una società di servizi d’ingegneria, vivo a Cassino, città in cui sono nata, in cui ho studiato ed in cui, per scelta, sono tornata a fare impresa.
Quando hai capito qual era la tua strada?
Abbastanza presto: quella dell’ingegneria fin da quando avevo 5 anni… Ne porto ancora i segni sull’indice e nel palmo della mano destra; quella dell’imprenditoria durante gli anni dell’università: pensavo che, nella ricerca o nell’industria, mi sarebbe piaciuto essere artefice diretta della mia storia professionale.
Raccontaci una tua altra passione
In realtà ogni tanto ne scopro una nuova; tendenzialmente si tratta di pratiche sportive ed il fattore comune a tutte è la possibilità di sentire il contatto vivo con gli elementi naturali. Sono appassionata di trekking, nuoto, barca ed ultimamente anche di scherma… Una disciplina rigorosa, molto tecnica, “da ingegnere”.
Infine, un fil rouge sempre presente nella mia vita, è la poesia… Una scrittura che nutre la mia sensibilità “classica” e placa il mio animo un po’ turbolento.
Il tuo primo vero lavoro è stato…
Nel bar di mio padre, insieme a mio fratello, fin da quando eravamo ragazzini. Una palestra di vita, che è servita ad entrambi per capire cosa NON avremmo voluto fare da grandi, ma, soprattutto, a renderci aperti, elastici, capaci di gestire l’imprevisto ed in grado di relazionarci a vari livelli con le persone più diverse.
Da dove è nata l’idea di Vesta Srl?
Più che da un’idea, VESTA è nata da un’analisi e da un ragionamento: con Andrea avevamo avuto l’opportunità di lavorare all’ingegnerizzazione di alcune stufe e termostufe a pellet, partendo dallo studio dei prodotti della concorrenza. In quella circostanza ci siamo resi conto di alcune criticità tecniche dei prodotti presenti sul mercato e di alcune carenze estetiche, che tendevano ad omologarli quasi tutti. Nella seconda metà del 2013, in un momento di calma lavorativa ma di turbolenza personale per entrambi, abbiamo messo in ordine le idee, le abbiamo organizzate in un progetto, che abbiamo presentato in risposta ad un POR della Regione Lazio, vincendolo. Da lì è nata VESTA.
Come hai conosciuto il resto del team?
Personalmente conosco ciascuno di loro da molti anni ed il fattore comune a tutti loro sono proprio io. Due di loro all’università, l’altro l’ho visto nascere e crescere.
Come ti definiresti all’interno di Vesta Srl?
Le definizioni che mi darei io o quelle che mi attribuiscono gli altri membri del team? C’è una bella differenza, ve lo assicuro! Forse, oltre ad essere un po’ l’ago della bilancia, sono la persona che, tra tutte, ha maggiormente chiara la visione di questo progetto. Forse è per questo che dietro al marchio, viene spesso associato e riconosciuto il mio volto ed il mio nome.
Raccontaci un tuo successo e un tuo insuccesso
In realtà non amo decantare i miei successi né flagellarmi sugli insuccessi, che tendo a reputare esperienze. Tuttavia, senza entrare nello specifico di alcuno, potrei dire che, laddove ve ne siano, essi sono determinati, in ugual misura, proprio dalla tenacia, dalla passione e dall’entusiasmo che profondo nelle mie attività, che tendono ad assorbirmi ed a focalizzare le mie attenzioni solo su alcuni aspetti ed a trascurarne, a volte ingenuamente, a volte consapevolmente, altri.
Sogni nel cassetto?
Tanti! Il più ricorrente è piuttosto bucolico: poter vivere, tra 10/15 anni, in un antico casolare della campagna toscana.
Descriviti in tre parole
Appassionata, curiosa, resiliente.