Cleantech, alla scoperta di questo settore
Il mondo della clean technology, molto spesso semplicemente abbreviato con il termine Cleantech, comprende tutte quelle tecnologie che servono a realizzare un processo in maniera pulita, limitando o, se possibile eliminando, l’impatto ambientale di un determinato processo produttivo.
Il CleanTech propone misure economiche e tecnologiche in grado di ridurre il consumo di energia, di rifiuti, di risorse naturali (acqua, cibo, combustibili, metalli, ecc.) e i danni ambientali promuovendo al contempo un modello di sviluppo sostenibile attraverso l’aumento dell’efficenza energetica e da stimolo al rinnovamento dei settori produttivi, sia per l’ottimizzazione dei cicli produttivi sia per lo stimolo verso politiche di innovazione di prodotto.
L’obbiettivo è l’abbattimento delle emissioni di gas serra, la riduzione dell’inquinamento locale e globale, compreso quello elettromagnetico, fino all’istituzione di una vera e propria economia sostenibile a scala globale e duratura servendosi prevalentemente di risorse rinnovabili (come le biomasse, l’energia eolica, l’energia solare, l’energia idraulica) e procedendo al più profondo riciclaggio di ogni tipo di scarto domestico o industriale evitando il più possibile sprechi di risorse. Si tratta dunque di un modello fortemente ottimizzato dell’attuale economia di mercato almeno nei suoi intenti originari.
Inoltre, è importante considerare che in futuro, ma in parte già oggi, le tecnologie Cleantech hanno raggiunto livelli di efficienza tali da renderle più economiche rispetto a quelle tradizionali: è il caso delle energie verdi che costano sensibilmente meno di quelle di origine fossile.
Italia
Un mercato Cleantech italiano, secondo l’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, è stato in grado di smuovere 30 miliardi di euro, e generato 150 mila posti di lavoro.
Un’impresa su quattro, dall’inizio della crisi, ha scommesso su innovazione, ricerca, design e qualità sostenibile per ridurre l’impatto ambientale del proprio business e risparmiare energia. Oltre 370mila aziende, secondo GreenItaly 2015, hanno investito in tecnologie pulite.
Nel 2015 il valore delle installazioni di impianti eolici è di 670 milioni di euro, generando un controvalore di oltre 431 milioni di euro (oltre il 60% del totale). La Basilicata è la regione che detiene il record delle installazioni (67,1%); seguita da Puglia (10,7%), Campania (9,8%) e Calabria (8%).
Il totale degli investimenti del fotovoltaico ammontano a 558 milioni di euro nel solo 2015.
Mondo
La Cina ha sviluppato un piano di sviluppo a lungo temine per le energie rinnovabili, programmando di investire 270 miliardi di dollari nei prossimi dieci anni; un investimento importante e destinato a sviluppare drasticamente il settore cinese delle energie pulite.
Negli Stati Uniti, 45 stati hanno adottato regole sulle quote di energia rinnovabile (Renewable Portfolio Standards) o leggi sul saldo energetico netto (“net metering”), che gettano le basi per un uso più consistente delle energie rinnovabili.
Entro il 2020 la Gran Bretagna vuole raddoppiare la capacità di produzione di energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili. I costi per gli investimenti richiesti sono stimati a circa 40 miliardi di sterline. Al cuore del progetto vi è la costruzione di centrali eoliche offshore.
Attualmente la capacità di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Gran Bretagna raggiunge i 20 Gigawatt (GW), ovvero circa il 15% dell’intera produzione di energia elettrica. Entro il 2020, la quota aumenterà di un buon 30%. Inoltre, in Gran Bretagna, sono previsti progetti per la cattura e il sequestro di carbonio, nonché la costruzione di nuove centrali a gas e atomiche con cui, entro il 2020, verranno diminuite le emissioni di CO2 di più di 20 milioni di tonnellate.
Londra stanzia 110 miliardi di sterline per il raggiungimento di questi obiettivi. Per un utilizzo ottimale di queste energie rinnovabili, vi sono 16 progetti che stanno per essere avviati. Con ciò, si tratta prevalentemente di centrali eoliche e di impianti per l’utilizzo energetico di biomassa. Grazie ad essi, entro il 2020, verranno prodotti 11 GW di energia elettrica supplementari. Ulteriori progetti dal volume di capacità di 8 GW sono in fase avanzata di progetto.
Un altro progetto che la Gran Bretagna intende lanciare un programma di incentivi per l’installazione di sistemi di riscaldamento ecologici negli edifici pubblici, nelle imprese private e nelle economie domestiche. Il programma è stato dotato di 860 milioni di sterline e durerà fino al 2020.
I numeri del Cleantech
La stima delle dimensioni economiche del comparto delle clean tech non è un esercizio immediato, perché mentre esistono statistiche ufficiali, con un coordinamento internazionale, su alcuni aspetti dell’abbattimento dell’inquinamento (regolamento EC 295/2008) per quanto riguarda la stima dell’impatto di altre tecnologie ambientali, come ad esempio quelle relative al miglioramento nella gestione delle risorse naturali impiegate, sul sistema economico si deve far riferimento a studi e ricerche “indipendenti” che cercano di rilevare la penetrazione dei concetti della green economy e delle tecnologie ambientali nel sistema produttivo.
Un recente studio, in parte basato sui dati Eurostat, ha stimato il valore del settore europeo delle eco-industrie, nel 2008, pari a circa 319 miliardi di euro, per un totale di ben 3,4 milioni di addetti. I settori presi in esame sono riportati in figura 5, da dove emerge chiaramente come il settore di gran lunga predominante sia quello della gestione dei rifiuti, pari a circa il 30% del volume di affari complessivo[/mk_fancy_title][/vc_column][/vc_row]
Fonte: elaborazione ENEA su dati Study on the Competitiveness of the EU eco-industry, DG Enterprise&Industry EC, 2009
Una stima indiretta dell’importanza, a livello mondiale, dei settori produttivi, nella loro componente legata alle tecnologie ambientali e alla ”industria verde”, la si può ricavare da uno studio del Dipartimento per l’Innovazione della Gran Bretagna che, utilizzando una definizione molto estesa di clean tech sino ad includere i servizi di consulenza, ha stimato il valore del settore a livello mondiale in 3.840 miliardi di euro nel 2010. É interessante notare il forte contributo delle economie emergenti che pesano ormai per oltre il 25% del totale, tra queste spiccano la Cina (16,6%), l’India (6,2%) e il Brasile (2,9%).
Fonte: elaborazione ENEA su dati Low Carbon And Environmental Goods And Services, Department For Business, Innovation And Skills, 2011
Cleantech tra start-up e società capital intensive
Il settore ha iniziato a crescere e svilupparsi ormai una decina di anni fa, dando la possibilità alle aziende che hanno cavalcato l’onda di crescere e diventare per lo più realtà capital intensive, dove grandi progetti vengono realizzati solo smuovendo un enorme quantità di denaro.
Negli ultimi anni però stanno emergendo sempre più piccole realtà in grado di introdurre nel mercato prodotti e servizi innovativi, ecco qualche interessante esempio:
Leaf s.p.a. – “Gateway che permette il controllo della produzione e del consumo di energia domestica”. Leaf Gateway è uno strumento elettronico capace di: interagire con installazioni solari create con il LEAF Microinverter, tramite il canale PLC; leggere il consumo di energia delle applicazioni più rilevanti tramite smart plug e comunicazione Wi-Fi; pubblicare tutte le informazioni delineate sulla produzione e il consumo domestici sulla piattaforma Fiware sul cloud.
Scuter srl – “Servizio di noleggio per scooter elettrici basato sul modello di mobilità libera, con un sistema di addebito “pay per minute”. Servizio di sharing basato sul dislocamento di flotte mobili di veicoli di proprietà, progettati appositamente per un servizio di sharing e dotati di intelligenza, connettività, e di un set di sensori e periferiche sempre collegati a una piattaforma cloud e ad una applicazione mobile.
Greenlab Engineering Srl – “Sistema di ottimizzazione per network a basso voltaggio”. GE2C è un’evoluzione di DECOS (Distributed Energy Control System), un sistema brevettato per la misurazione separata del consumo elettrico e la regolazione della potenza reattiva, che include due diverse architetture: una per le reti a basso voltaggio private e una per le reti a basso voltaggio gestite dalle società elettriche.
Tre società italiane che hanno vinto il bando di Incense, acceleratore di Enel dedicato alla Clean Technology. Le realtà attive in questo mercato, rispetto a quelle tradizionali, richiedono sforzi maggiori in termini di:
- Capitale: lo sviluppo dei prodotti richiede più capitali che in altri settori, per cui è essenziale ottimizzare, elaborare e ridurre al minimo gli errori.
- Tempo: i prodotti Cleantech spesso sono integrati in infrastrutture e sistemi più ampi, per cui la loro commercializzazione tende a essere un processo lungo e complesso.
- Comunicazione: può essere difficile spiegare certe nuove idee ai potenziali investitori, partner e clienti.
Non è un iter facile dunque quello delle startup Cleantech. Forme di finanziamento come l’Equity Crowdfunding possono semplificare molto gli aspetti di accesso al capitale e quello comunicativo, innestando un innovativo circolo virtuoso orientato al futuro, con l’obbiettivo di semplicizzare la finanza e promuovere concretamente la sostenibilità ambientale.