Al di là del business, il crowdfunding per la famiglia

 In Case Study, Crowdfunding

Oggi vogliamo parlarvi di come il crowdfunding può oltrepassare gli aspetti puramente commerciali per acquisire un carattere di utilità sociale, ed in particolar modo una funzione di supporto nell’apprendimento nell’età infantile.

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primo.io

Iniziamo subito raccontandovi l’impresa di due ragazzi bergamaschi trapiantati a Londra. Matteo Loglio, 27 anni e Filippo Yacob, 28 anni, i quali hanno ideato un gioco per bambini che con un set di blocchi colorati insegna ai bambini la base della programmazione. Un’idea innovativa, geniale, che ha consentito alla loro start-up “Primo.io” di concludere con successo due campagne di finanziamento, la prima raggiungendo 81 mila dollari, il 22 dicembre del 2013; la seconda raccogliendo 1,596 milioni di dollari, su Kickstarter.

Il prodotto che oggi è ordinabile su www.primotoys.com è composto da tre elementi: un robot di legno, una console e un set di blocchi colorati. I bambini possono combinare i blocchi, che sono come pezzi di codice tangibili e muovere il robot. Consente quindi ai bambini di acquisire le basi del pensiero computazionale, il primo approccio all’insegnamento della programmazione.

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Un’iniziativa di minor successo, ma non per questo non degna di nota, è “Un libro, un dono” promossa dalla Piccola Officina, centro educativo per l’infanzia attivo nella città di Palermo dal 2013. Con il contributo dei donatori la “Piccola ufficina” si impegna all’acquisto di una serie di nuovi libri dedicati alla prima infanzia. Libri tattili, illustrati, scritti in braille e in lingue diverse per arricchire gli scaffali della prima biblioteca plurilingue per l’infanzia nella città di Palermo, che attualmente conta più di 100 libri in 46 lingue. Su www.casaofficina.it è possibile acquisire maggiori informazioni per quanto riguarda le attività svolte da questo centro educativo interculturale.

La terza ed ultima campagna della quale vi voglio parlare è stata promossa da “Eppela”, raccogliendo 10.000€. Si tratta BabyGuest, una piattaforma di noleggio di attrezzature per l’infanzia che aiuta le famiglie in viaggio e gli hotel che le ospitano. Il team è composto da Serena Errico, founder, Zornitza Kratchmarova, che si occupa del marketing e della comunicazione e Martino Spreafico, graphic designer, che si occupa anche delle operations.

Babyguest non dialoga solo con i consumatori finali. Ha un canale di noleggio/vendita dedicato agli operatori qualificati del segmento turismo. Primi fra tutti: gli albergatori. L’obiettivo è permettere agli hotel di attrezzarsi al meglio per accogliere le famiglie, fornendo loro tutto ciò che serve per soddisfare le esigenze dei piccoli ospiti. Con BabyGuest tutti gli alberghi hanno la possibilità di diventare realmente “kid friendly”.

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In pochi mesi dal lancio, già 47 tra villaggi e alberghi di fascia alta e 1.500 appartamenti serviti hanno scelto BabyGuest. BabyGuest è il partner ideale in grado di aiutarli ad accogliere al meglio le famiglie fornendo loro tutto ciò che serve per soddisfare le esigenze dei piccoli ospiti. Tra questi il gruppo Blu Hotels, Planetaria Hotels, Viscardi Hotels e il network di servizi Y-Nos che gestisce appartamenti e ville servite in Italia e all’estero per conto tra gli altri di società del calibro di Halldis e Windows on Italy (gruppo Ferragamo), Novecento Case e Temporary Home. Sono numerose anche le realtà indipendenti che hanno scelto BabyGuest, tra cui Du Lac e Du Parc Resort, situato a Riva del Garda, e la Casa sull’Albero di Malgrate, sul Lago di Como.

Ai genitori che viaggiano con i propri piccoli bastano pochi click per accedere alla piattaforma BabyGuest, selezionare i prodotti necessari e creare la propria BabyBag, inoltre il programma prevede che le attrezzature noleggiate abbiano un ciclo di vita non superiore ai sei mesi.

Citando questi virtuosi esempi di crowdfunding per il sociale abbiamo voluto darvi uno spunto di riflessione su questa realtà, che punta a coinvolgere i privati e piccoli investitori per poi risultare utile a tutta la società, semplificando la vita delle persone e aiutando le nuove generazioni ad apprendere divertendosi.

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