Intelligenza artificiale: origini e prospettive

 In Analisi

Per cavalcare l’onda delle ultime notizie, dove abbiamo parlato di AI come un mercato in prossimità di esplodere (qui l’articolo), oggi vogliamo proporvi un breve approfondimento sulla storia di questo nuovo concetto, ancora molto sconosciuto ai più, e noto solo per sporadici esempi fatti da grandi player di mercato o giovani realtà altamente innovative.


 

Definizione

L’intelligenza artificiale (o più semplicemente AI) è una disciplina appartenente all’informatica che studia i fondamenti teorici, le metodologie e le tecniche che consentono la progettazione di sistemi hardware e sistemi di programmi software capaci di fornire all’elaboratore elettronico prestazioni che, a un osservatore comune, sembrerebbero essere di pertinenza esclusiva dell’intelligenza umana.

 

Origini

L’espressione AI è stata coniata nel 1956 nell’ambito di un seminario tenutosi a Dartmouth, negli Stati Uniti, da Marvin Minsky, uno dei fondatori della disciplina, che la caratterizzò come quella “scienza che fa fare alle macchine cose che richiederebbero intelligenza se fossero state fatte dagli uomini”.

Una macchina si può quindi definire “intelligente” quando tra gli elementi che la caratterizzano  troviamo i metodi di problem solving, la capacità di comprendere un linguaggio non codificato, la traduzione automatica e la capacità di apprendere dalle proprie esperienze, correggendo gli errori.

I primi concetti di intelligenza artificiale risalgono idealmente alle concezioni meccanicistiche del corpo umano elaborate da Descartes, alla costruzione di automi idraulici da giardino in voga nel Seicento, nonché i primi calcolatori manuali completamente meccanici di Pascal e Leibniz. Ma l’effettiva nascita avviene in tempi ben più recenti, soltanto nel XX secolo, conl’invenzione degli elaboratori elettronici e l’affermazione della cibernetica che, sfruttando tecniche matematiche sofisticate, studia le analogie tra le macchine e gli organismi viventi, con particolare riferimento alle tecniche di controllo, di comunicazione e di regolazione e alle loro applicazioni tecnologiche.

 

Stato dell’arte

Anche se la grande esplosione del mercato è prevista nei prossimi anni, recentemente sono già stati fatti passi molto importanti in tal senso, basti pensare a Siri per gli “Apple users” o (per un esempio più casalingo) a LittleSea, che con Babelee ha sviluppato una tecnologia intelligente in grado di generare migliaia di video in pochi secondi.

Concepita 5 anni fa da una startup realtà milanese, oggi Babelee è totalmente funzionante e, a titolo esemplificativo, consente a aziende internazionali di riempire il web con singoli video di tutti i prodotti prodotti/servizi a catalogo.

 

Possibili sviluppi

Si intitola“Artificial Intelligence and Life in 2030” lo studio condotto dal gruppo One Hundred Year Study on Artificial Intelligence(AI100), ospitato dall’Università di Stanford e rappresenta un salto di 15 anni nel futuro.

Il documento ci consente di vedere in anticipo come cambierà la società per effetto dell’enorme sviluppo delle tecnologie e dei sistemi nell’ambito dellintelligenza artificiale,individuando interessanti opportunità, affascinanti prospettive, speranze, ma anche notevoli rischi. Lo studio ha un approccio di tipo “proiettivo”, nel senso che analizza in dettaglio tutti i trend attuali nel campo dell’AI, e prova a proiettarli nel futuro, ipotizzando che permeino in modo sempre più profondo la struttura della società.

In breve gli ambiti nei quali l’AI potrebbe ricoprire un ruolo di rilievo tra poco più di dieci anni potrebbero essere molti, tra cui: applicazioni mobili, robotica medicale, educazione e istruzione, diagnosi cliniche, pianificazione intelligente dei trasporti, veicoli a guida autonoma ed interazione con le persone.

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